Chi sono

Ho 36 anni e sono massone. Questo termine può spaventare. Ma non c’è nulla di terrificante, nulla di nascosto, nulla che debba incutere timore, biasimo o disprezzo nell’essere ciò che ho scelto di diventare. La massoneria, infatti, è un divenire continuo. Questo sito non nasce con l’intento di rivelare i segreti dell’Istituzione alla quale appartengo, perché  di segreto non c’è nulla. Ti invito ad abbandonare i pregiudizi, ad avere sempre dubbi, a non essere mai certo di nulla e, qualora avessi tempo da dedicarmi, a inseguirmi su queste pagine, che in fondo sono solo il diario di un ragazzo qualunque che ha scelto una strada per capire se stesso e il mondo che lo circonda.

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La mia email è lasquadraeilcompasso(quimetticiunachiocciola)gmail.com

Le foto che trovi in questo sito le ho scattate io. Puoi usarle se ti piacciono, ma prima sarebbe carino che me lo chiedessi.

16 risposte a “Chi sono”

  1. Simon Bolivar ha detto:

    Bel sito, complimenti

  2. Hai suscitato la mia curiosità, non solo per i contenuti ma anche per il modo pacato di comunicare (oltreché per le bellissime foto). Credo proprio che tornerò a leggerti anche se, lo confesso, dubbi ne ho tanti. Scrivo da una delle città che viene spesso definita tra “le più massoni” d’Italia e quindi ho incontrato persone apertamente indicate come tali e altre solo ufficiosamente accreditate. Alcune che ho trovato eccezionali, altre solo opportuniste, chiaramente non animate da finalità alte, e ho sempre cercato di capire perché si trovassero da quella stessa parte e , soprattutto, come potessero condividere un modo di vedere le cose così simile partendo da presupposti così diversi. Poi, ne ho la ragionevole certezza, chissà quanti mi sono passati accanto – riservati – senza che io avessi contezza del loro ideale. O ‘quante’…perché mi risulta esserci anche una massoneria femminile.
    Insomma, cerco di non avere pregiudizi e di non generalizzare, ma credo anche che se questi pregiudizi e generalizzazioni esistono, non sia solo per colpevole superficialità dei profani ma anche per le deviazioni da cui molti affiliati si sono lasciati tentare.
    Comuqnue piacere di conoscerti. 🙂

  3. Piero ha detto:

    Ciao, volevo sapere come si fa a diventare massone. Mi piacerebbe molto farne parte, pur avendo un persona conosciuta massone non mi sono osato mai a chiedergli nulla poiché ci conosciamo ma da molto non ci frequentiamo più.

  4. Anonimo ha detto:

    Ciao sono un massone come te, almeno mi sforzo di esserlo. Massone davvero intendo e tu sai cosa voglio dire. Ho scoperto il tuo blog oggi per caso ma mi sembra che sia fermo a febbraio come mai? Mi piacerebbe conoscerti e venirti a trovare in loggia se dovessi capitare dalle tue parti, scrivimi se ti va. Le tue foto sono magnifiche

  5. Fammi sapere quando sei disponibile! Scrivimi in email!

  6. Sono capitato sul sito per caso, durante una ricerca,
    e non so se sia ancora attivo.

    In ogni caso, complimenti.

    Ti propongo l’analisi “Massoneria a Trieste, in Italia e
    nel mondo: riflessioni sul convegno del 28 gennaio
    2012 su

    http://www.lavoceditrieste.net/2012/01/31/7571/

    Cordiali saluti. – Paolo G. Parovrel

  7. Un fratello qualunque ha detto:

    Peccato che non aggiorni questo blog, posso capire che necessita impegno, ma dove c’è gusto non c’è perdenza, sicuramente può essere di aiuto a tante persone che ti leggono dentro e fuori l’istituzione, non lasciare incompiuta la tua opera, lascia da parte la leggenda di Hiram, cancellala, il blog doveva essere un diario, raccontati sei in anonimato, racconta le emozioni, gli stati d’animo, le trasformazioni intervenute dal 2012 ad oggi, gennaio 2014, le illusioni e le delusioni, il deserto interiore, la pigrizia, i momenti di Luce e i momenti di ombra, il tuo blog può far comprendere molto questo mondo sconosciuto della massoneria, il diario dovrebbe raccontare la tua trasformazione non il simbolismo, la rete e’ piena di sterili dissertazioni sulla simbologia massonica, ma è povera di chi racconta le vere trasformazioni interiori a cui ambisce la massoneria e che andrebbero raccontate nel diario di un Massone esemplare come te

  8. In effetti, e come in ogni comunità e dottrina, la simbologia slegata dalla conoscenza diventa un labirinto dispersivo e fuorviante. Con tutto il rispetto dovuto alle tradizioni, che non tutti hanno la preparazione necessaria per comprendere correttamente, richiederebbe quindi un ripensamento molto serio. Anche perché i linguaggi culturali mutano nel tempo rendendo male o poco leggibili, quando non equivocabili sia in buona fede che da parti ostili, i simboli che erano chiari nelle fasi precedenti.

    Cordiali saluti – Paolo G. Parovel

    • Un fratello qualunque ha detto:

      La massoneria pur se frequentata da gente di cultura non è uno strumento di accrescimento della stessa, e nemmeno di quella esoterica, relativa allo studio della tradizione e dei simboli, non ci vuole una particolare preparazione o conoscenza per comprendere la Tradizione o il Simbolo, basta un Cuore Puro e una mente vuota, in Loggia si fa un lavoro di purificazione o di disidentificazione dagli attaccamenti fisici, emozionali e mentali, al fine di permettere al Simbolo di risvegliare in noi quella Conoscenza Universale già contenuta in ognuno. Il Simbolo comunica con la nostra Essenza Divina e fa emergere alla coscienza intuizioni squisitamente soggettive e non comunicabili. La cultura non c’entra nulla essa ingolfa la mente, per questo il docente universitario può tranquillamente sedere al fianco dell’operaio, come il musulmano al fianco del cattolico, tutti si devono liberare delle loro strutture mentali legate alla cultura spazio temporale, in Loggia si trascende lo spazio e tempo e si trascende verso una Conoscenza Universale, ma dicevo soggettiva e incomunicabile.

  9. Ho usato infatti il termine cultura nel suo significato antropologico, quale struttura di linguaggi e contenuti, e non nel senso comune dell’accumulo individuale di conoscenze.
    Accumulo che tende anzi ad essere d’ostacolo alla percezione dell’Universale, che non richiede attrezzatura diversa dalla semplice capacità della ragione di riconoscerne la presenza incommensurabile in rapporto con la coscienza individuale.
    Ma proprio per questo motivo le simbologie devono essere il più immediate possibile, e non richiedere la conoscenza di linguaggi culturali divenuti con tempo mal decifrabili, e perciò troppo facilmente introduttivi a labirinti pseudo-esoterici che nella Libera Muratorìa come altrove precludono la conoscenza essenziale, alimentando l’illusione continua dello stare per raggiungerla.
    E non lo dico per giudicare chi vi cade od indulge, ma come semplice constatazione frequente di fatti e di conseguenze pratiche cui si potrebbe porre rimedio.

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